L’arte si racconta. Un pomeriggio in gipsoteca
Gli allievi del corso Beni Culturali hanno “dato voce” alle sculture del Museo del Paesaggio: una studentessa racconta …
Nel pomeriggio di domenica 28 gennaio, un gruppo di studenti del corso Beni Culturali del
Liceo Classico, coordinati dalla professoressa Gabriella Prandi, ha accompagnato i
numerosi visitatori del Museo del Paesaggio di Pallanza alla scoperta delle opere dello scultore
Paolo Troubetzkoy. Si è trattato però di una visita speciale: i ragazzi hanno infatti prestato le
loro voci alle statue, offrendo così agli spettatori l’opportunità di ascoltare la storia della
collezione direttamente dai suoi celebri protagonisti.
Paolo Troubetzkoy, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, ha potuto godere a pieno del
grande fervore culturale di quegli anni incontrando personaggi di spicco in ogni ambito, dalle
arti figurative alla poesia, senza dimenticare la musica. Proprio quest’ultima ha ricoperto un
ruolo importante nella vita e nella produzione dello scultore, che era figlio di una cantante
americana e frequentava spesso musicisti, compositori e ballerine. Per questo, a ogni sala del
Museo, è stato abbinato un brano musicale che ha accompagnato i monologhi presentati dagli
studenti.
Gli artisti Auguste Rodin e Giovanni Segantini, il Premio Nobel George Bernard Shaw, il
“poeta vate” Gabriele d’Annunzio e lo scrittore Lev Tolstoj sono alcune delle grandi
personalità che hanno animato il Museo domenica. Il percorso, introdotto dalla grazia e dalla
raffinatezza di Elin, la moglie dello scultore, è stato ingentilito dalla celebre Danzatrice, Lady
Constance Stewart-Richardson e da Adelaide Aurnheimer, ritratta in Dopo il ballo. Di grande
suggestione è stato poi l’incontro con il monumentale Garibaldi a cavallo.
L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra il Liceo e il Museo del Paesaggio, ha così promosso
un nuovo modo di raccontare l’arte, portandola fuori dalle aule scolastiche e presentandola in
questo inedito itinerario attraverso le sale del Museo.
Il Pomeriggio in Gipsoteca è ben sintetizzato in una battuta tratta dal monologo di Tolstoj:
Ora qui, in questo Museo, mi trovo a ripensare Che cos’è l’arte? Quella vera, che contagia,
capace di suscitare nell’uomo quel sentimento di gioia che nasce dalla comunione spirituale
con l’artista e con gli altri uomini che contemplano la stessa opera d’arte.
Così è stato: le statue dello scultore che voleva “esprimere il sentimento della vita” hanno dialogato con il
pubblico, animandosi e allietandolo con le loro storie.
Maggie Francesca Pagani